lunedì 28 maggio 2007

Vi direi le cose in faccia...

ma ho sempre paura di fare confusione!
molti di voi non hanno neanche notato che io ho postato un bellissimo racconto e hanno ormai classificato questo blog come un contenitore di meenchiate!
Ho quindi deciso oltre a favri ntare che anhe cn una pessma ortografia ( dove ci sn le lettere verdure mentre il giardinografia è pr i foiri-lettere)
si riesce cmq a veicolare un mssggio anhe se altri indvdui fanno fatca a capire, utlzzando qesta frase esmpio .
cmq la mia ivettiva va contro glidiotiallangolo che stanno palsmete plagandomi !!!!
VERGUENZA!!!!
e soprattto a frengo che ancora ( come quella sul bracico di bracico di ferro) nn ha scritot nulla lasciando a 3zi il monopolio!
va beh per stasera vi lascio l incipit di
SONO TORNATO di gennaio 2006 :"sono tornato" e notate bene come ogni volta che ho scritto un articolo esordivo sempre con sono tornato e ogni volta sottolineavo come nn sapessi di cosa parlare"!!!
diomio plagio di me stesso
cmq troppo lungo larticolo lo realizzo solo ora
appena trovo l originale lo riposto
se lo trovo ora lo riposto ora





Queste linee vuote le ho lasciat per darvi l idea del tempo intercorso tra quando ho iniziato a cercare e quando non ho trovato
perchè nn ho trovato, ma in compenso ho trovato questa parodia a un articolo di fabio sui RadioHead

Buhahahhaha sono tornato su sta paginetta per un pochino, proprio pochino, del resto io sono uscito e nn mi pare giusto fare concorrenza a voi che siete ancora dei liceali, quando mi pare evidentemente che nn potete neanche confrontarmi con me e la mia fantastica abilità dello scrivere.
Sul logos tutti vi avrete sempre apprezzato, soprattutto per la loro sinteticità e facilità di comprensione, gli articoli di Busi( sostiturie col suo nome di firma) sulla musica .Il suddetto ben conoscendo la mia passione musicale è spesso spronato dal sottoscritto a mandargli le sue leggerissime e “Ready to eat” recensioni.
Riflettendo su questo punto ho quindi deciso quando horicevuto l ultima di ritoccarla un poco....ovviamente lui nn lo sa ancora che io ho scritto queste righe e che ho deciso d mandarlo alla redazione. Ricordo ancora però le sue grasse risate alla letutra di questo testo e spero non si offenderà.
ps. Almeno questa che fa ridere però leggetela di recensione!!!

Saluto tutti ricordo che ho usato sempre il mio style di metteee tra parentesi le parole mie, a volte però le parentesi sn di BUSI, ma credo che capirete, se non capirete non vedo perchè leggete sto testo, ma tanto nn capisco tante cose.
Tanto per fare propaganda già che ci sn saluto il ritorno di Biag.



2000
Radiohead
Kid A

Dopo un disco come “Ok Computer” è difficile migliorarsi; ascoltando “Kid A” appare chiaro che Thom Yorke la pensasse proprio così(tipo modesto che deve essere). Le prime note dei Radiohead nel nuovo millennio sono quelle del piano sintetico che dipinge(ca%%o io ho un pennello musicale che suona note musicali) “Everything In Its Right Place”, qualcosa di formalmente molto distante dai lavori precedenti anche se il mood ( e direi che una frase cosi certo che deprime) rimane quello depresso e psicotico di prima.
È difficile valutare un disco come questo(potevi anche risparmiartelo allora), si rischia di elogiare la band per il solo fatto di aver cambiato stile, ma questo non è un fatto positivo in sé(ahh la vox media), ma solo una semplice decisione, un cambio di rotta che può portare ad esiti positivi come negativi.
A primo impatto l’uso dell’elettronica sembra impoverire il suono del gruppo( che impoveritosi si mette a chiedere l elemosina); si sente la mancanza della voce di Yorke (notai anche io)che è sempre stata fondamentale nell’economia dei cinque( infatti con la loro economia si sono impoveriti,...come detto poco fa). Canzoni come l’opening o la successiva title track (ca%%o potremmo competere con Speak Up come giornalino inglese)sono difficili da digerire( Citrosodina per tutti). Difficili perché assomigliano a corpi mutilati, a sculture deturpate(direi che i corpi mutilati sono peggio). L’ascolto naufraga, strangolato da un’intensità psicotica quasi insopportabile. Si avverte una certa maniacalità nelle composizioni, un ossessione che aleggia nell’aria e va a scolpire uno stato dell’anima più che un concept sonoro( effettivamente è tutto molto in scandedo in un cocnept un po' out-). Ed è proprio per questo che l’opera si eleva molto in alto(viene anche chiamata opera Siffredi).
“Everything In Its Right Place” è l’incipit; un horror(ahh ma è un film allora sta cosa) vacui che lacera la mente( e te lha lacerata per bene); la ripetitività del canto, i suoni sintetici(che fanno male come le droghe intetiche) che ricamano con violenza il tessuto limpido iniziale ed il climax emotivo confluiscono in un qualcosa di sottile, invasivo e sconfortante(ma stiamo parlando della stessa cosa?:uncino e merletti?). Siamo a livelli espressivi incredibili; ci troviamo di fronte ad una sorta di collage emozionale; una sorta di ricerca affannosa di qualcosa che non esiste(contaci di trovarlo allora). “Everything In Its Right Place”.
La forza di questo lavoro non sta affatto nello sperimentare(ma ta in f=ma), nella ricercatezza musicale, bensì nell’intensità struggente e nella comunicatività che i Radiohead sanno creare con suoni elettronici(e l'abuso di droghe da parte del pubblico).
“Kid A” ne è la prova; un carillon fanciullesco, un fitto intrecciarsi di motivi semplici (ah ridaje con il merletto)che danno forma ad un teatrino dell’assurdo, così subliminale da rimanere ancora velata da un’aura (come Goku)di mistero.
Quello che convince ancora di più che il valore dell’album non sta nella semplice elettronica è dimostrato da brani come “The National Anthem”, “How To Disappear Completely” e “Optimistic”, originali ma non così elettronici(potrete anche asocltarli mentre fate il bagno quindi senza riscahiare un corto circuito).
La prima è uno stralunato inno alla follia; un giro di basso poderoso, una ritmica sfinente ed un affollarsi di eco gelide. La struttura atipica del brano non nasconde la sua maggior fruibilità rispetto ai primi due; siamo distanti dalla semplice elettronica, come dal rock. Siamo in una terra di nessuno dominata dal subconscio(sto subconscio qui si becchera dei grammy allora). In fondo il vero scopo di “Kid A” è dare voce a ciò che non l’ha(si spiega così l afonia del cantante), di mostrare l’anima nascosta di ognuno di noi. Siamo di fronte all’alter ego dei Radiohead. Il finale rumorista, splendidamente fastidioso(ahh l ossimoro), è l’apoteosi di questo movimento. L’antitesi di tutto ciò che la band era stata fino a quel momento.
È chiaro a questo punto che il cambiamento di rotta non è un semplice capriccio, ma una scelta coerente e ben articolata(li chiameremo i Cristoforo Colombo allora).
A conferma del fatto che il gruppo ci voglia portare “sul lato oscuro della luna” (e della forza no? Perchè citare i PF e nn SW??!!)troviamo la splendida ballata “How To Disappear Completely”, doloroso salto al di fuori dello spazio e del tempo(caiser se deve fare male altro che doloroso). Il manifesto della filosofia dell’opera è “I’m Not Here, This Isn’t Happening”.
Dopo la pausa di “Treefingers”(da nn confondersi con third finger: il medio), ci attende la splendida “Optimistic”, molto meno criptica delle altre canzoni, è un affascinante rock scolpito nel vento, una rivisitazione dei Radiohead del passato, visti da un ottica pressoché opposta.
Il momento più estremo è forse rappresentato da “In Limbo”, una sorta di danza stonata, volutamente disorganica, a conferma di come il gruppo cerchi sempre ciò che non è ad esso congeniale(masochisti). Il trittico finale è quello più prettamente sperimentale; la dance glaciale di “Idioteque”,
gradevolissima digressione rispetto al suono dell’album, è una delle canzoni più carismatiche, grazie anche alla prova eccelsa di Yorke con il suo canto sfrenato . “Morning Bell” è un altro episodio di negazione dell’ego, una continua rincorsa al vento(e anche qui: hai voglia) i brani di questo disco prendono forma dal nulla(qui LSD comincia a possederti), sono sculture estemporanee, finalizzate a descrivere uno stato d’animo più che a raggiungere una perfezione formale, che manca regolarmente e volutamente.
Il finale malinconico è affidato agli archi ammalianti di “Motion Picture Soundtrack”, splendida conclusione per un album ambizioso, difficile e stupendo.
È chiaro che “Kid A” non è solo uno splendido atto di rinnovo e rivolta; quello a cui assistiamo è una costante ricerca dell’indefinito, la negazione di ogni certezza. Queste dieci canzoni tentano di dare un suono all’anima, a ciò che si nasconde dietro le apparenze.
Non posso dire se ci siano riuscite o meno, ma il semplice tentativo merita l’eternità.(e un nobel no?Già che ci siamo, magari un IG-Noble)
.

SALUTI DA CIPPO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! 6aD

mamma mia che perla che vi ho ritorvato !!!


come promesso qui soto dovrei postare il raccoonto ma soprassiedo:D
reinizio invece il racconto la sarta sul post seguente onde evitare accavallamenti di letture


2 commenti:

Anonimo ha detto...

sempre peggio...



e poi non scrivo sul blog perchè non ho tempo...

sto in lab sino alle 17.
per le 18 sono a casa..e chi ha voglia di scrivere???

Futuro Segretario... ha detto...

ai su sforzati un poco